A cura del team di EfficiencyKNow
Roma 3 agosto 2016
Uno dei settori più importanti in cui applicare le nuove tecnologie per il risparmio energetico è sicuramente la pubblica illuminazione (con questo temine, viene definito il servizio pubblico avente l’obiettivo di illuminare le aree pubbliche e private scoperte). In Italia, il servizio pubblico di illuminazione fa affidamento su 10 milioni di punti luce, che per 4.200 ore all’anno forniscono la luce pubblica necessaria a circa 60 milioni di cittadini. Si pensi che questo servizio incide sul costo totale dell’energia, in un singolo Comune, per una percentuale compresa tra il 15 e il 25% (dati Legambiente). Una voce di bilancio importante, prodotta quasi sempre dalla scarsa efficienza energetica degli impianti e dalle limitate risorse economiche da destinare a interventi di efficientamento. Appare perciò evidente come questo settore non sia assolutamente trascurabile. Di conseguenza, risulta prioritario intervenire sugli impianti di illuminazione esistenti riducendo i consumi e le emissioni di gas serra.
La presenza sul mercato di una vasta offerta tecnologica, nonché lo sviluppo di un nuovo settore “smart”, attribuisce a questo cambiamento l’aspetto di un’autentica sfida economica, sociale e ambientale. Saranno proprio le infrastrutture come il sistema di illuminazione pubblica a consentire la partenza del percorso di trasformazione delle città odierne nelle smart city del futuro (si pensi alle soluzioni per il monitoraggio del traffico e per il supporto della mobilità elettrica). Quello dell’illuminazione è un settore “chiuso”, formato dalla rete e dalla tecnologia della lampada. Caratteristiche di questo tipo, dovrebbero agevolare l’attuazione di attività programmatiche di risparmio energetico.
Sicuramente, l’azione più immediata da intraprendere è quella di sostituire le lampade poco efficienti con nuovi corpi luminosi. In questo senso, la tecnologia Led ha dato un contributo rivoluzionario, rispondendo a una crescente esigenza di efficientamento. Oltre al Led, sul mercato esistono altre soluzioni, come ad esempio le cosiddette “lampade ad induzione”, indicate in particolar modo per le applicazioni di corpi illuminanti di grande taglia (al di sopra dei 40W).
Per capire al meglio le sue potenzialità, è necessario comprenderne il funzionamento… [leggi tutto l’articolo su http://www.quotidianoenergia.it/]
Fonte
Quotidiano Energia, 3 agosto 2016